Premio Letterario

Il romanzo esplora il potere delle parole nel plasmare l'identità e la psiche, con un flusso di coscienza che rende impossibile staccarsi dall'idea che le parole non siano neutre e che la loro pulizia sia un'ossessione che può portare alla follia.

Dario D'Ambrosi è un attore, drammaturgo e regista italiano noto per il suo lavoro nel campo del "teatro patologico". Questo stile teatrale unico si concentra sulla rappresentazione della malattia mentale e della disabilità sul palco, con l'obiettivo di sfidare gli stigmi sociali e sensibilizzare. L'approccio di D'Ambrosi al teatro sottolinea l'importanza dell'inclusività e di offrire una piattaforma per le voci emarginate. Il suo lavoro è stato ampiamente acclamato per il suo approccio innovativo e stimolante alle arti performative. Sito web https://teatropatologico.com

Attraverso una serie di mini narrazioni, l'autore crea un universo letterario unico, dove il fantastico e l'onirico si fondono con le nevrosi. Ogni racconto è un gioiello di stile e immaginazione, che trasporta il lettore in una Sferopoli fatta di ossessioni, meraviglie e sottile ironia, lasciando un'impressione duratura.

Crazy for Football è una Nazionale italiana di calcio a 5 composta da persone con problemi di salute mentale, ideata dallo psichiatra Santo Rullo. La storia della squadra nasce nel 2004, quando il film “Matti Per il Calcio” viene autoprodotto e realizzato da Francesco Trento e Volfango De Biasi, con il prezioso e fondamentale aiuto del suo fondatore. In questo film viene narrata l’esperienza del “Gabbiano”, composta interamente da pazienti psichiatrici.Segue poi l'uscita dell'omonimo libro edito da Longanesi.Sito web https://www.crazyforfootball.org

L'autrice, dipinge un affresco potente e viscerale di Napoli, dove le vite dei fratelli Carmine (Uvaspina) e Minuccia si intrecciano in un rapporto di amore e dolore. Con una prosa che mescola sapientemente italiano e dialetto, l'autrice esplora temi complessi come la famiglia disfunzionale e la ricerca della propria identità. Un romanzo d'esordio che cattura e commuove, portando alla luce un mondo di ferite e rinascite.

Riconoscimento per pubblicazioni letterarie e scientifiche nel campo dei rapporti tra letteratura, medicina, scienza e spiritualità.

Un romanzo che conduce in un viaggio profondo, dove il mondo, come lo conosciamo, inizia a svanire in una lenta, inesorabile oscurità. Non una fine, ma l'inizio di una visione, di una rivelazione. In questo buio crescente, l'autore invita a guardare davvero. È infatti solo quando le luci artificiali si spengono che è possibile scorgere ciò che prima era invisibile, l'essenza delle cose e delle anime.

La pellicola, girata con un'estetica visiva quasi documentaristica, segue le vicende di un gruppo di sei ragazzi romani, volontariamente ricoverati in due comunità psichiatriche in quanto combattono con disturbi della personalità e stati di alterazione. La trama si snoda attorno a due filoni principali: da un lato la vita di strada, fatta di spaccio, piccoli furti e un'innocente ma pericolosa ricerca di adrenalina; dall'altro il legame profondo e sincero tra i protagonisti, un'amicizia che funge da ancora di salvezza in un mare di incertezze. Manuel è il motore della narrazione, un personaggio fragile ma al tempo stesso forte, in continua lotta tra la sua identità e il mondo che lo circonda.

Un viaggio intimo e doloroso nelle dinamiche familiari, un'analisi acuta del rapporto tra genitori e figli, e un'indagine sul senso di appartenenza e sull'alienazione. Attraverso le pagine, ci si trova a vivere il rapporto tormentato tra un padre intellettuale, geniale e a tratti ingombrante, e un figlio che cerca disperatamente di trovare la propria identità in una Napoli complessa e affascinante.

La storia di Pino Astuto, rinchiuso e dimenticato nell’ex manicomio di Girifalco (CZ) raccontata dalla sua stessa voce, nella puntata “Ricordati di me – Capitolo I” di Domenico Iannacone. La sua mente non era malata e nonostante tutto ha resistito al dolore, alla violenza, all’oblio.